Deutero-Isaia
A Babilonia gli ebrei, animati da Ezechiele e guidati dai sacerdoti, rivivono i fatti gloriosi del passato: l’Esodo, la Legge…
Ma la realtà è dura: l’esilio (né re, né patria, né Tempio…) come mille anni prima, quando si era schiavi in Egitto…
Proprio come allora? Se è così, niente è perduto!
Il Signore è sempre il Signore. Il popolo rivivrà un nuovo esodo.
Questa è l’intuizione di questo profeta sconosciuto, discepolo spirituale di Isaia.
Le sue visioni si muovono su tre direttrici:
- il presente sperimentato nello stupore: la prigionia scricchiola, si profila una liberazione…
- il passato ricordato come manifestazione della potenza del Signore: l’Esodo…
- il futuro intravisto come un nuovo esodo…
La storia della salvezza non è fuga nostalgica nel passato,
non è riposo su un ricordo magico di salvezza,
ma è speranza, cammino verso la libertà.
L’intuizione di base si sviluppa su alcuni temi fondamentali.
È all’interno di questi che spunta la figura del SERVO SOFFERENTE DI YHUH (Adonai).
Si tratta di quattro Canti: 42,1-4; 49,1-6; 50,4-9; 52,13 – 53,12
Siamo al vertice dell’Antico Testamento.
Quando i primi cristiani riconosceranno il Servo sofferente in Gesù crocifisso, che han visto
risorto, capiranno di essere stati salvati proprio per la sua decisione di offrirsi per noi.
E' possibile trovare riferimenti ai temi trattati da Don Pierino Ongaretti in questa pagina nel volume "Antico Testamento / 2" della serie "La Bibbia in Parrocchia"
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