La Bibbia in parrocchia |
Don Pierino Ongaretti |
La Bibbia (alcune note semplici e senza pretese di completezza) Cosè Sappiamo che Ta Biblìa è parola greca che dice i libri, un insieme di libri scritti nellarco di circa 1000 anni ( a partire dai profeti scrittori dellottavo secolo a.C. fino agli inizi del secondo secolo d.C.) ma utilizzando anche materiali più antichi. Già questo ci dice la storicità, e quindi la progressività, della rivelazione di Dio.
Si divide fondamentalmente in due parti: Antico Testamento (prima di Gesù) e Nuovo Testamento. Noi la diciamo parola di Dio perché, pur se scritta da uomini, ha Dio per autore. I fondamentalisti, in sintesi, esprimono questo fatto così: la Bibbia è quel libro in cui la penna che scrive è quella delluomo, ma le parole sono quelle di Dio. Noi propendiamo per chi dice: la Bibbia è quel libro in cui le parole che leggi sono parole delluomo, ma il messaggio che contiene è un messaggio di Dio. Perché? Perché Dio avrebbe aiutato gli autori a capire ciò che davvero conta nella relazione delluomo con se stesso, col mondo e con Dio ( = rivelazione) e a esprimerlo in modo per noi utile ( = ispirazione). Bibbia e fede La Bibbia parte dalla creazione fino agli albori della Chiesa per poi lanciare lo sguardo alla parousìa Contiene molte storie (del popolo dIsraele, di Gesù e della prima comunità cristiana) ma non è un libro storico come lo intendiamo noi oggi. Non è neanche un libro scientifico. Non risponde alla domanda come sono andate le cose, o come funziona questo o quello anche se per secoli lo si è pensato. Dal caso Galileo in poi per fortuna ne abbiamo fatta di strada, anche se restano ancora degli intoppi da superare. Cosè, allora? È una testimonianza di fede su fatti storici, fatta da uomini di fede nel popolo di Dio, per la vita di fede del popolo di Dio. Per questo richiede che oggi accettiamo di fare il cosiddetto salto culturale: riconoscere che non siamo contemporanei di chi scrive, e viviamo in una cultura diversa. Per onestà intellettuale, questo esige che anzitutto ci poniamo una domanda: con queste parole cosa voleva dire lautore biblico ai suoi lettori di quel tempo? In questo sono stati molto utili gli studi storico-critici degli ultimi secoli. Con quale disposizione interiore leggere questa Parola? Se la Bibbia è la Parola che Dio dà alluomo (a ciascuno nel suo oggi) lunico atteggiamento interiore accettabile è il dialogo. E noi sappiamo che il dialogo con Dio si chiama preghiera Sono possibili due atteggiamenti di base Si può partire da noi stessi (gusti, problemi, interessi ) e cercarne conferma nella Scrittura. Si può partire da quello che Dio ci dice per verificare noi stessi e accogliere il suo dono. Il primo ci porta allillusione della fede: usare Dio a nostro vantaggio. Il secondo ci introduce alla strada della conversione e della sequela. |
Indice dei contributi audio/video
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Playlist |
Contributi video on-line |
(A1) - La Bibbia: storia degli interventi di Dio col suo popolo
(A2) - Ebraismo e Cristianesimo: religioni del Libro?
(A3) - la Bibbia: documento storico? Scientifico? O di fede?
(A4) - bisogno del 'salto culturale' e utilità degli studi biblici
(A5) - un frutto del Concilio: la traduzione interconfessionale in lingua corrente
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