EZECHIELE
597: Prima deportazione a Babilonia.
‘Come cantare i canti del Signore in terra straniera?’ (Ps 136/137)
No, dice (uno dei deportati). Per Dio non c’è terra straniera: la sua Gloria è qui.
587: Distruzione di Gerusalemme e crollo delle speranze di liberazione.
‘Se Dio non ci ha abbandonati, perché siamo stati distrutti?’
Comincia il ripensamento del passato prendendo come punto di riferimento l’alleanza del Sinai.
La conclusione: è a causa del nostro peccato. Abbiamo tradito l’alleanza. Per questo paghiamo.
È da questa riflessione che uscirà la ‘Legge’ d’Israele e la storia deuteronomistica ( da Genesi a 2 Re).
Intuizione di Ezechiele:
Ognuno è responsabile delle sue colpe (18)
Stiamo soffrendo a causa del nostro cuore indurito (3)
Dobbiamo prendere coscienza del nostro peccato (16)
Che speranza resta?
Sul piano umano nessuna.
Ma Adonai è un Dio geloso, non può rassegnarsi al fallimento del suo popolo:
un popolo di morti potrà tornare a vivere? (37)
un popolo di peccatori potrà essere reso giusto (47)
Come?
Adonai ci darà un cuore nuovo e uno spirito nuovo: la nuova alleanza
Se l’uomo non sa essere fedele, Dio si impegna su se stesso (36)
Riferimenti bibliografici
Utile per la comprensione del messaggio del profeta:
Eloi Leclerc, Il popolo di Dio nella notte, Biblioteca Francescana, 1976
E' possibile trovare riferimenti ai temi trattati da Don Pierino Ongaretti in questa pagina nel volume "AT/2 Dalla conquista all’esilio" della serie "La Bibbia in Parrocchia"
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