GEREMIA
Nasce nel 650 da famiglia sacerdotale in Anatot, non lontano da Gerusalemme. La sua vita ci è nota per i molti accenni sparsi nel libro.
Chiamato da Dio ancora giovane, nel 626, ha vissuto il periodo tragico in cui si preparò e si compì la rovina del regno di Giuda.
La sua prima predicazione è fatta fuori Gerusalemme, perché non riesce a convincersi della validità della riforma religiosa di Giosìa.
Solo dopo la morte del re si sposta a Gerusalemme, e vi resterà fino alla distruzione della città da parte di Nabucodonosor. Lasciato libero dai babilonesi, sembra sia morto in Egitto.
Gli anni di predicazione in Gerusalemme segnano la maturità del profeta: predica inutilmente per scuotere i Giudei dalle loro false sicurezze.
Ha attraversato molte crisi interiori. Ne sono testimonianza le sue frequenti ‘confessioni’.
Combattendo la religione ufficiale, spesso idolatrica, Geremia fa capire quello che l’ebraismo è nel progetto di Dio: una religione del cuore.
Questa pervade tutto il libro, ma la troviamo concentrata soprattutto nei capitoli 30-31.
È una realtà che egli vive prima di predicarla.
E' possibile trovare riferimenti ai temi trattati da Don Pierino Ongaretti in questa pagina nel volume "Antico Testamento / 2 DALLA CONQUISTA ALL'ESILIO: il dramma della libertà (storie di re e di profeti)" della serie "La Bibbia in Parrocchia"
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