La Bibbia in parrocchia |
Don Pierino Ongaretti |
I PROFETI Il fenomeno del profetismo è una delle caratteristiche fondamentali dell’esperienza ebraica così come ci è testimoniata dalla Bibbia. Il profeta più importante è stato senz’altro Mosè, anche se nel nostro immaginario cattolico la sua figura è più legata alla sua opera di liberatore e legislatore del popolo d’Israele. Il secolo IX a.C. ha visto due grandi figure profetiche: Elia ed Eliseo. Purtroppo non hanno scritto nulla. Il poco che sappiamo di loro ci è narrato nei rispettivi cicli di racconti che troviamo nei libri dei Re. Chi è il profeta? In modo provocatorio potremmo definirlo: l’uomo tra l’incudine e il martello. In ebraico è detto ‘nabì’. In greco è detto ‘profetès’, da pro e femì: colui che parla ‘davanti a’, e possiamo aggiungere ‘a nome di’. È il difensore dei diritti di Dio davanti al popolo. È l’intercessore per il popolo davanti a Dio. È un uomo che si è lasciato coinvolgere dal Dio d’Israele, è entrato nel suo piano di salvezza e vede tutto con i suoi occhi. Come e perché agisce il profeta? Il profeta parla con la bocca, ma anche con le azioni concrete della sua vita. A chi è rivolta la sua parola? Al popolo, ma in particolare ai responsabili: re e notabili. Quando idolatria e corruzione dominano, egli annuncia ‘sventura’: siamo incamminati su una china che ci sta portando all’autodistruzione. Se ascoltate l’avvertimento e cambiate, tutto può ancora essere evitato. A catastrofe avvenuta: Dio vi aveva avvertito, non avete ascoltato, ci siamo rovinati. Ma Dio resta qui. Se vi pentite e cambiate, c’è ancora speranza… |