La Bibbia in parrocchia

Don Pierino Ongaretti


LETTERA DI PAOLO A FILEMONE

È la Lettera più breve di Paolo.

È una Lettera della prigionia. Fa parte quindi della terza tappa di maturazione del suo pensiero, insieme a Efesini e Colossesi. Alcuni esegeti vi aggiungono anche Filippesi.

Aspetto comune a queste Lettere: nessuno riesce a rispondere alla domanda: di quale prigionia si tratta?

Gli esegeti, per la maggior parte, propendono per una prigionia a Efeso.


Quando è stata scritta

Dipende da quale è la prigionia cui Paolo si riferisce.

Se scrive da Efeso, dovremmo essere prima del 60.

Se scrive durante un’altra prigionia, può essere verso la metà degli anni 60.


Destinatari

Stranamente, per una Lettera di Paolo, è Iscritta a una persona che non ricopre incarichi particolari nella Chiesa (anche se accenna ad alcuni suoi amici): Filemone.


Chi è Filemone?

È senz’altro un benestante. Per due motivi.

Primo: perché ha degli schiavi. Onesimo, di cui Paolo parla nella lettera, è uno di loro.

Secondo: perché la comunità di Colossi si riunisce in casa sua…

Paolo, mentre è in carcere, incontra Onesimo, schiavo di Filemone scappato dalla casa del padrone.

In carcere Onesimo si converte e diventa collaboratore di Paolo.

Perché Paolo scrive la Lettera a Filemone? Per rispedirgli Onesimo, ma non come schiavo fuggitivo che torna pentito all’ovile. Come portatore di una richiesta: ‘Ho bisogno di Onesimo, ma non posso tenerlo con me senza il tuo consenso. Per questo te lo rimando e spero che tu me lo restituisca presto’.

Paolo cerca quindi di prendere due piccioni con una fava:

- riconciliare Filemone e Onesimo<(i>, evitando le vie legali,

- poter avere presso di sé un collaboratore fidato e con le ‘carte’ in regola.


La schiavitù, un problema pastorale per la Chiesa.

Le società antiche, anche la greco-romana, sono profondamente schiaviste (vedi Aristotele).

Lo schiavo è considerato una ‘cosa’ del padrone, che ha su di lui diritto di ‘uti et abuti’.

Può fare carriera, ma basta un capriccio del padrone per passare ‘dalle stelle alle stalle’.

Crimine più grave: fuggire. La pena è la morte.

È ritenuta una situazione di vita ‘normale’. Tanto che per un secolo ‘Filemone’ non è stato accolto che libro ispirato per più di un secolo: sembrava un libro con un messaggio inutile…

La Chiesa non può cambiare le leggi. Può però cambiare il modo di viverle… quindi non può cercare una soluzione giuridica, ma ‘pastorale’. Cioè? Cambiare la mentalità delle persone.

Se Cristo ci ha davvero redenti non ha soltanto cambiato il nostro rapporto con Dio. Ma anche quello tra di noi: la fede deve avere conseguenze anche a livello interpersonale, sociale.

Tu puoi continuare a chiamarlo schiavo, ma tu sai che dovrai risponderne a Dio. Quindi trattalo non solo come persona umana, ma come tuo fratello.

Filemone ha accettato la proposta di Paolo?


E' possibile trovare riferimenti ai temi trattati da Don Pierino Ongaretti in questa pagina nel volume "Nuovo Testamento / 3D - Paolo e le sue lettere: "...MA LAPAROLA DI DIO NON E' INCATENATA" della serie "La Bibbia in Parrocchia"


Indice dei contributi audio/video

Il problema della schiavitù (registrato il 10.11.2016)


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