LETTERA DI PAOLO AI GALATI
Chi sono i Galati?
Sono uno dei popoli che abitavano il centro nord dell’Anatolia, ma non sono di origine medio orientale. Sono Celti, un popolo di origine indoeuropea.
I Celti penetrano in Europa, venendo dal Caucaso, fin dal II millennio a.C., a varie ondate e la riempiono verso il VII – VI secolo a. C.
Raggiungono il loro apogeo nel IV – III secolo. Nel 390 a.C.: il primo sacco di Roma, con Brenno.
Nel III secolo si espandono verso i Balcani. Un gruppo si stanzia nell’Anatolia, dando origine alla Galazia (zona intorno ad Ankara).
Son detti Celti (Keltòi) o Galati (Galatài) dai Greci. Galli dell’Est o Galli anatolici. dai Romani
Erano noti come guerrieri molto valorosi. Molto stimati dai Greci e dai Romani. Ne è una prova la statua romana del Galata morente, visibile al Museo Capitolino di Roma, copia di una statua greca del III secolo.
Quando Paolo arriva in Galazia, nel secondo viaggio missionario, la regione è dominata dai Romani ormai da circa un secolo, e pacificata.
Il ‘perché’ della lettera
È la lettera più violenta di Paolo. Il tema è quanto mai importante (e attuale anche per noi): quand’è che l’annuncio del Vangelo è autentico?
Fede è aderire a una testimonianza, a un annuncio autorevole fatto in nome di Dio.
Ma chi mi dice che quell’annuncio è autentico? Che il testimone è credibile?
Paolo indica i criteri base.
Qual è il problema? Come conciliare unità e libertà nella Chiesa.
Paolo annuncia ‘Ci salva Cristo con la sua Pasqua’. I giudeo cristiani: ‘Condizione è accogliere e osservare la Legge di Mosè’. Chi ascoltare? Di chi fidarsi?
Solo uomini liberi possono fare unità. Però la realtà è di confusione e di divisione. Come superarle?
Paolo indica una via paradossale: non con una nuova Legge. Con la libertà (di coscienza).
Noi sappiamo che la libertà è il fatto nuovo costitutivo dell’esistenza cristiana:
è dono dello Spirito.
Quindi è un punto di partenza. Però per noi è anche punto di arrivo di un lungo cammino.
Quale ne è il fondamento e il punto di riferimento?
Un corollario necessario: la libertà di coscienza e la storia della Chiesa. Quale ne è il ruolo, oggi?
Quale rapporto, per noi, tra libertà di coscienza e consapevolezza di ‘chi è’ il cristiano?
Se allora il problema erano i giudeo cristiani (e poi gli gnostici), oggi qual è il problema?
E' possibile trovare riferimenti ai temi trattati da Don Pierino Ongaretti in questa pagina nel volume "Nuovo Testamento/3C. Liberi, ma per face cosa?" della serie "La Bibbia in Parrocchia"
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